Rinoplastica funzionale e rinoplastica estetica: qual è la differenza?

Come sappiamo, il termine rinoplastica indica ogni intervento di chirurgia finalizzato a correggere forma e/o posizione e/o dimensioni del naso. Bisogna tuttavia avere ben chiaro un principio generale: il naso è un organo estremamente complesso nel quale  forma e funzione sono intrinsecamente correlati. Pensiamo per esempio alla chirurgia cosiddetta estetica della punta. Una rimozione eccessiva di cartilagine finalizzata a ridurre le dimensioni della punta può comportare seri problemi funzionali dovuti a insufficienza alare. Pensiamo ancora, per esempio, ai nasi con gobbe più o meno importanti. La riduzione di dimensioni del naso esterno comporta necessariamente una riduzione dei volumi respiratori del naso interno. Si rendono necessarie pertanto manovra specifiche per ridurre il rischio di conseguenze respiratorie negative. Una buona rinoplastica dovrebbe sempre perseguire diversi obiettivi in un’unica operazione, mirando a rendere più gradevole l’aspetto estetico ma sempre a preservare o migliorare l’aspetto respiratorio, e in ultima analisi la qualità di vita del della paziente. Ecco perché la distinzione tra rinoplastiche funzionali e rinoplastiche estetiche nella pratica chirurgica diventa molto più sfumata che nella teoria.

Tuttavia, per dare una definizione, possiamo dire che il termine rinoplastica funzionale indica qualsiasi procedura chirurgica mirante a correggere problemi respiratori dovuti ad alterazioni strutturali del naso esterno – soprattutto della sua porzione cartilaginea (terzo medio e terzo inferiore del naso) -, che causano problemi respiratori di gravità variabile.

Ad esempio, i problemi respiratori più frequenti (tralasciando le problematiche del naso interno come la deviazione del setto nasale e l’ipertrofia dei turbinati) determinati da anomalie anatomiche del naso esterno, sono dovuti all’insufficienza della valvola nasale causata da restringimenti anatomici e/o dall’eccessiva debolezza delle cartilagini. In questi casi, un intervento di rinoplastica funzionale produce miglioramenti respiratori sostanziali nella grande maggioranza dei casi.

Per la correzione del setto deviato, il chirurgo effettuerà una settoplastica o rinosettoplastica, a seconda dei casi o dei desiderata dei pazienti;

• La riduzione dei turbinati può essere invece effettuata con un’apposita operazione di turbinoplastica o con una riduzione volumetrica minimamente invasiva dei turbinati laser;
• Infine, la ricostruzione della valvola nasale consente di correggere, con percentuali di successo variabili, condizioni note come stenosi o insufficienza valvolare dinamica. Il problema dell’insufficienza valvolare non è tuttavia semplice né dal punto di vista diagnostico né dal punto di vista operatorio perché in realtà esistono due valvole nasali: valvola nasale interna e valvola nasale esterna, per le quali si utilizzano procedure chirurgiche differenti.

Operazioni molto diverse tra loro, catalogabili come rinoplastica funzionale , possono essere effettuate contemporaneamente nel corso di un unico intervento, ovviamente se esiste una chiara indicazione chirurgica. Non solo: a questi obiettivi possono aggiungersi anche motivazioni e finalità di ordine estetico, da cui l’espressione rinoplastica funzionale ed estetica. Naturalmente, durata e complessità dell’intervento di rinoplastica estetica e funzionale influiranno anche sul costo finale dell’operazione chirurgica.

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Come abbiamo visto, ogni volta che è chiamato a modificare la forma o le dimensioni del naso con una rinoplastica funzionale e/o estetica, il chirurgo ha anche l’occasione di intervenire sulla funzione dell’organo che rappresenta il primo segmento delle vie aeree, in modo da migliorare la respirazione e, in alcuni casi, anche la capacità olfattiva. Inoltre, quasi sempre le modifiche estetiche richiedono una valutazione sul possibile impatto funzionale delle procedure pianificate a finalità estetica. È ad esempio questo il caso della rinoplastica ali nasali, dove il restringimento di narici larghe può influire negativamente sul flusso d’aria inspirata.

E le stesse considerazioni valgono all’inverso: le rinoplastiche funzionali hanno quasi sempre ricadute sul piano estetico. Ad esempio, quando si effettua una settoplastica , il riallineamento del setto deviato modifica parzialmente la posizione del naso esterno cartilagineo, ma certamente la sola settoplastica non è in grado di migliorare asimmetrie e deviazioni delle componenti ossee del naso esterno o delle cartilagini triangolari. Lo stesso si può dire nel caso del naso stretto, del naso a sella o insellato e del naso corto, e così via. Dunque l’intervento di rinoplastica funzionale può avere valenza estetica, ma anche l’intervento estetico può offrire l’occasione per apportare migliorie funzionali.

La correzione di un naso aquilino non si limita quasi mai alla sola rimozione del gibbo nasale, ma può offrire l’occasione di ripristinare un transito aereo ottimale migliorando anche la qualità del sonno nel paziente che soffre di russamento. Allo stesso modo, una rinoplastica di riduzione per rendere più aggraziato un naso grosso o un naso grande comporta necessariamente una riduzione dei volumi respiratori nasali. E’ fondamentale perciò che le modifiche siano progettate ed eseguite in modo da preservare un flusso d’aria sufficiente alle funzioni vitali dell’organismo.

Un intervento di rinoplastica funzionale può migliorare la qualità della tua vita. Solo chi non soffre di questi problemi non comprende appieno quanto sia importante per una persona respirare bene, dormire bene, non sentirsi cronicamente affaticati, non essere soggetti a infezioni ricorrenti delle vie aeree superiori per molti mesi all’anno. Tutte queste problematiche hanno inoltre un impatto significativo anche sulla vita relazionale. Le rinoplastiche funzionali ed estetiche possono aiutarti a ottenere tutti questi risultati con una sola operazione. Purché ovviamente tu ti rivolga a un chirurgo di lunga esperienza, con un solido background e una carriera chirurgica specialistica significativa all’attivo.

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